24.7.08

r/017 - Banconota falsa da 10.000 lire

A prima vista sembra una comunissima banconota di quelle che tutti noi abbiamo maneggiato fino a pochi anni fa. E invece, guardandola nei dettagli, diventa evidente che si tratta di una contraffazione, anche rozza in alcuni dettagli.
Il suo valore attuale sarebbe di circa 5 euro, anche se, viste le speculazioni attuate sui prezzi nell'immediato post-euro, si potrebbe tranquillamente parlare di 10 euro (giusto per arrotondare).

Questa banconota mi venne data da un amico assieme ad un'altra autentica, per l'acquisto di un album appena uscito di Ivano Fossati (se non sbaglio si trattava di "Macramè", in audiocassetta). Il negoziante si accorse subito che uno dei due biglietti era falso, ma mi concesse di tenerlo e la cosa per fortuna finì lì.

Per chi è appassionato di giochi del tipo "trova le differenze", posto qui accanto anche una scansione di una banconota autentica messa da parte poco prima dell'entrata in circolazione dell'euro.
Il disegno è tutto sommato piuttosto ben fatto... forse nell'originale l'espressione di Alessandro Volta (inventore della pila) è leggermente più dolce, ma dove si nota veramente la differenza tra l'originale e la copia è nella filigrana: evidentemente quella era la parte più difficile da imitare, perché non c'è paragone tra il ritratto della banconota autentica e quello della falsa!

La storia della falsificazione va insieme a quella del denaro.
Dacché esistono i soldi, esistono anche i falsari. In tutte le epoche c'è chi ha cercato di produrre in proprio monete, banconote e valori di vario genere.
Anticamente era sicuramente più facile produrre moneta falsa, in quanto il procedimento di realizzazione era completamente manuale ed ogni pezzo risultava unico e differente da tutti gli altri.
Il deterrente principale però era rappresentato dalle pene, che andavano dal "semplice" taglio della mano destra fino alla condanna a morte.
In alcuni paesi è ancora così: è notizia recente la condanna a morte, eseguita in Cina, di due falsari colti in flagrante.

Con il passare dei secoli è diventato sempre più difficile eseguire dei falsi quantomeno accettabili. Ricordiamo però che l'obiettivo del falsario non è quello di realizzare una copia perfetta dell'originale, quanto quello di produrre in serie e con il minor sforzo possibile un fac-simile della moneta/banconota autentica che possa essere confuso in mezzo alle altre che ogni giorno circolano nelle nostre tasche.
Per ottenere questo, deve riuscire ad aggirare i due sensi che potrebbero avvertirci di un'eventuale frode ai nostri danni: la vista e il tatto.
Quindi: 1) l'aspetto estetico (grafica, colore, ecc) e 2) la qualità della carta.
La filigrana, che presenta una maggiore difficoltà e che è visibile solo analizzando la banconota in controluce, passa così in secondo piano.

Quanti di noi si prendono la briga di controllare una ad una le banconote che spendono o che ricevono come resto di un acquisto?
Eppure, quando si acquista della frutta, ci si assicura sempre che non sia marcia, no?
E se pensate che questo problema non riguardi l'euro, siete fuori strada: sono in circolazione migliaia di monete e banconote false, soprattutto da 50 euro. Nel caso vogliate informarvi su come riconoscerle, vi basta fare una piccola ricerca su Google.

Sappiate comunque che conservare una moneta o una banconota falsa è considerato reato e di conseguenza punibile con multe salate o addirittura con la detenzione.
Chi è sorpreso in possesso di denaro falso viene quindi sottoposto alle stesse pene inflitte ai falsari.
Anche il presente biglietto da 10.000 lire rappresenta reato, pur essendo la lira fuori corso da ormai 7 anni.
La legge prevede infatti che nei 10 anni successivi all'entrata in vigore dell'euro, le banconote in lire possano ancora essere cambiate dalla Banca d'Italia, e quindi si tratterebbe a tutti gli effetti di un valore di Stato ancora potenzialmente spendibile.

A questo proposito vorrei tranquillizzare eventuali occhi indiscreti: subito dopo aver eseguito la scansione di questa banconota, infatti, ho provveduto a ridurla in briciole con il mio tritatutto, appiccando poi il fuoco ai frammenti e disperdendo la cenere per 1/3 al vento di ponente e per gli altri 2/3 in fiumi e rigagnoli vari di Liguria e Andalusia.
Spero sia sufficiente a liberarmi da questa possibile macchia nella mia vita di buon cittadino e contribuente, che nel tempo libero sottrae rifiuti alle discariche alleggerendo il peso della società su questa terra malata.

Per concludere, niente di meglio di questa breve sequenza tratta dal film "La banda degli onesti", con Totò e Peppino De Filippo. I protagonisti stavano cercando di falsificare proprio una banconota da 10.000 lire, anche se più vecchia (il film è del 1956).



DETTAGLI
Dimensioni: cm 7 x 13,3

Provenienza:
1996, Genova Voltri. Il portafoglio di un amico (spero) ignaro.

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AGGIORNAMENTO del 26/11/2008:


Aggiungo un link a QUESTO interessante documento pubblicato da Repubblica.it, dove è possibile fare una paragone tra monete e banconote autentiche di varie epoche e la loro versione falsa.
(Il file è in formato pdf, per visualizzarlo è necessario avere installato Acrobat Reader)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sul sito iosonoriginale.it, l'utente citta887, copia a piene mani da questo interessante articolo... (Pagine 5 e seguenti dei post). E meno male che quel sito condanna e persegue la contraffazione...hihihihi....un saluto.

Werner Maresta ha detto...

Ahah sì, curioso con quale leggerezza si scopiazza qua e là dalla rete facendo passare i contenuti come propri.
Per il Rumentaio questo non è un problema (l'ho fatto anch'io, segnalando sempre la fonte ove possibile), ma visto il tenore del sito,un po' di coerenza in più non guasterebbe... :)

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